lunedì 6 settembre 2010

LE ECCELLENZE ED I TESORI DELLA VALLE DELL'ASO

VALDASO GOLOSA





L'itinerario enogastronomico
dell’area Valdaso è uno dei più suggestivi.
Profumi gusti e sapori sono un unicum speciale.
Il viaggio immaginario parte da Pedaso con le cozze
alla “alla marinara”, cotte con prezzemolo, olio e aglio
senza dimenticare un pizzico di peperoncino.
Continuiamo verso Campofilone, che deve la sua fama
agli omonimi maccheroncini, per i quali è stato avviato
l'iter per il riconoscimento dell'Igp.
Gli ingredienti sono semplici: farina di grano duro e uova.
Le donne, che si tramandano quest’arte,
lavorano la pasta a mano.
E’ molto indicato l’accostamento con il ragù,
ma anche con il sugo di pesce.







www.anticapasta.it



www.marcozzidicampofilone.com

Dopo pochi chilometri si arriva a Montefiore dell’Aso,
dove le pesche trovano il terreno ed il clima ideali.
Oltre alle coltivazioni intensive esiste anche la pesca



d’antiche cultivar, rinvenibili unicamente in terreni collinari,
dove i proprietari proteggono i biotipi autoctoni
per ragioni sentimentali o, più semplicemente,
per mantenere una memoria del gusto.
La storia dei salumi marchigiani è legata alla famiglia mezzadrile,
che usava per alimentarsi quasi tutte le parti del maiale.



La carne ed il lardo in parti uguali vengono triturati finemente,
salati e pepati, conditi con aromi diversi ed insaccati nel budello naturale,
ed ecco la salsiccia che viene consumata fresca, spalmata sul pane,
o cotta sulla griglia, come avviene a Carassai, durante la sagra.
Spostandoci verso l’interno, potremo essere piacevolmente
sorpresi da sentieri nascosti, itinerari conservati gelosamente,
profumi del sottobosco, aria umida e fresca, cortecce muschiose,
il grattare concitato di un cane e subito
il profumo stordente del tartufo.
La farmacia delle migliori alchimie è però la cucina.
A Force si gustano i prodotti del bosco,
come i tartufi che si consumano preferibilmente a crudo.
Tra le attrattive della montagna ci sono anche i funghi
come i porcini che si possono raccogliere fra faggi,
castagni e lecci.
Da Force ai monti Sibillini, il passo è breve e qui incontriamo
il sapore del formaggio pecorino.
Nel pecorino di Monterinaldo c’è il serpillo,
tra le altre spezie ed erbe profumate.
Chi è in cerca del buon vino poi,
può fare un salto ad Ortezzano per l’omonima festa.



Chi invece ama i sapori particolari, può recarsi
a Monte Vidon Combatte per la “Sagra delle Quaglie”.
A Petritoli invece, si svolge la “Festa delle Cove”,
durante la quale è possibile gustare numerose specialità tipiche
della tradizione contadina.
Montegiberto introduce il viandante nell’arte della coltivazione
dell’ulivo e della molitura delle olive che ha origini antichissime.
Si prosegue per Monterubbiano, dove le colline circostanti
forniscono alle api grandi quantità di nettare,
se ci si vuole deliziare, nutrire e curare con il miele,
non bisogna perdere la mostra-mercato “L’ape che ronza”.
La vicina Moresco permette di gustare un tipico salume locale,
il ciauscolo, preparato con carni magre:
spalla prosciutto e pancetta
e grasse finemente macinate insaporite con sale,
pepe, finocchio e aglio.
Un piacevole odore, poi, ci conduce fino a Lapedona:
è quello del Vino Cotto tradizionale e squisito.
Ritornando verso la costa, ci si può fermare
ad assaporare, durante i giorni dell’omonima sagra,
la polenta con le lumache di Altidona.

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