venerdì 4 marzo 2016

Valle dell'Aso

Seguendo il corso del fiume Aso, che dai monti Sibillini si snoda fino al mare Adriatico, nella parte meridionale della Regione Marche, si ha la possibilità di immergersi in una valle che molto ha conservato di spontaneo e identitario.

Sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista culturale tout cour, la Valle dell’Aso ha mantenuto intatte le sue peculiarità territoriali, esentandole da quella contaminazione industriale che ha mutato l’aspetto di molte altre valli attigue.
Molti sono, difatti, i fiumi che, dal crinale montano, corrono verso il mare, disegnando il territorio a sud della Regione Marche come fitti denti di un pettine ma, a differenza di altre, la Valle dell’Aso, ha, ad oggi, l’aspetto di molti anni fa.

Così, attraversandola tutta, con il mare alle spalle e i monti all’orizzonte, s’incontreranno ancora gli stessi paesaggi coltivati a frutteto, con i peschi in fiore a primavera che colorano di rosa le colline, appena sotto i piccoli borghi medievali.

A destra e a sinistra di tutta la valle, accastellati su lievi pendii, quegli stessi preziosi centri storici che conservano, sempre più orgogliosamente, pievi, conventi, torri e testimonianze culturali di un museo all’aperto e senza confini.
E di confini, in questa valle, non si vuol proprio sentir parlare; sebbene posta proprio a cerniera tra le province di Fermo e Ascoli Piceno, la Valle è, morfologicamente e culturalmente, un luogo di unione e di aggregazione, dove forte è il senso di appartenenza e dove le identità non si respingono, ma, al contrario, danno luogo a collaborazioni forti e decise.

Questa stessa univoca identità culturale, dal sapore di una volta e dai tratti fortemente agricoli e artigianali, si declina, poi, in una serie di piccole sostanziali identità, ciascuna delle quali avvalora la storia e le tradizioni di un comune piuttosto che di un altro. E dunque, su e giù per la Valle, si potranno scoprire identità culinarie, enologiche e artigianali di spessore - come i Maccheroncini di Campofilone IGP, la Polenta, il Vino Cotto, il Ciauscolo IGP – o produzioni agricole intensive – come per la Pesca ad Ortezzano – tutte dal sapore prettamente agricolo, ovvero biologico e fortemente identitario.

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