mercoledì 2 febbraio 2011

“L'UOMO È CIO' CHE MANGIA”

MENO QUANTITÀ PIÙ QUALITÀ



La nota frase del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach
non potrebbe essere più attuale.
L’importanza data all’alimentazione sta infatti toccando
in questi ultimi anni il suo massimo storico.
La relazione con il cibo è diventata fondamentale, per motivi estetici, di salute e anche per puro svago.
C’è chi quando mangia conta le calorie, chi si preoccupa degli agenti cancerogeni e chi sostiene che mangiare è una delle poche gioie della vita!
La qualità dell’alimentazione accomuna però tutta la popolazione: “Meno quantità più qualità”.
Ma per il consumatore non è sempre facile individuare il prodotto di qualità. Dovrebbe sapere come i prodotti vengono coltivati, lavorati e distribuiti prima di arrivare in tavola. Occorre tutelarsi dal rischio pesticidi, dall'incognita degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), dalla vere e proprie truffe.
L’unica soluzione è dunque tenersi informati e la cosa più semplice è iniziare con i prodotti del proprio territorio.

• Alimentazione sicura. Scegliendo prodotti locali possiamo informarci più rapidamente sul produttore e i suoi metodi di produzione, possiamo acquistare prodotti freschi, privi di eventuali conservanti.

• Tutela ambientale. Possiamo decidere di acquistare prodotti provenienti da metodi rispettosi dell’ambiente e della salute, agricoltura integrata obiologica, o da aziende limitrofe (il famoso “Chilometro 0”). Possiamo preferire varietà locali e tradizionali. Così facendo partecipiamo alla salvaguardia della biodiversità, al rispetto dei valori e delle conoscenze locali nonché alla sostenibilità ambientale.

• Convenienza. I prodotti locali sono più convenienti dei prodotti che devono essere spediti: il trasporto e i conservanti costano soldi.

Possiamo preferire cibi sfusi a quelli confezionati, evitando così i costi di confezionamento: quello che spendiamo è il reale valore dell’alimento.
Possiamo decidere di comprare poco, secondo necessità, ed evitare così sprechi inutili.
Possiamo scegliere di acquistare prodotti di stagione: hanno migliori caratteristiche organolettiche e nutrizionali e sono generalmente più economici rispetto ai prodotti coltivati in serra.


Guardiamoci intorno quindi e cerchiamo di scoprire gli angoli
del nostro Territorio che ci offrono queste opportunità.
Ci accorgeremo presto di avere solo l’imbarazzo della scelta:
dal mare ai monti le Marche offrono una varietà di prodotti
senza uguali.
Ogni singolo territorio è portatore di tipicità:
l’oliva ascolana DOP, i tartufi dell’Appennino marchigiano,
i marroni di Acquasanta, le mele rosa dei Monti Sibillini,
i maccheroncini di Campofilone, le pesche della Valdaso,
il ciauscolo di Macerata, la carne di razza marchigiana IGP,
la casciotta di Urbino e il pecorino di Fossa, il pane di Frattula,
gli olii, tutti i vini dal Rosso Piceno Superiore al Verdicchio dei
Castelli di Jesi alla Vernaccia di Serrapetrona.
E questi sono solo alcuni!
Quale momento migliore quindi per rivedere il proprio stile di vita e di consumo?
Riflettiamo sulla crisi che interessa il mondo intero, dagli uomini alla natura.
Se ogni volta che facciamo la spesa orientiamo comportamenti e scelte e riflettiamo sui gesti che compiamo, possiamo risparmiare, inquinare meno e rispettare la nostra salute.


Un esempio: FILIERACORTA PICENA.
Nasce da un progetto della Provincia di Ascoli Piceno per favorire la conoscenza e la diffusione dei prodotti locali, in modo particolare biologici. Riunisce 40 aziende della provincia.
Per informazioni cliccare sul sito http://www.filieracorta.org/


Un esempio: ACCORDO AGROAMBIENTALE D'AREA VALDASO.
Promosso dalla Provincia di Ascoli Piceno in risposta a un bando della regione Marche per la tutela delle acque e dei suoli da fitofarmaci e nitrati. L’accordo riguarda principalmente colture frutticole, ma anche viti e olivi.
Coinvolge 82 aziende che hanno scelto l'agricoltura integrata. In particolare impiega per i fruttiferi una tecnica integrata avanzata che utilizza il metodo della confusione sessuale nella difesa dei fruttiferi.
Roberta Staderini

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