giovedì 27 gennaio 2011

Sfida del tartufo tra Marche ed Umbria



E' finita in parità l'attesa sfida a scaglie di tartufo
che ha visto partecipi il comune umbro di
Pietralunga e quello marchigiano di Sant'angelo in Vado.
Il 9 ottobre scorso si sono infatti fronteggiati i migliori tartufi bianchi dell'appennino umbro marchigiano all'interno di un suggestivo palazzo del centro storico di Pietralunga, che ha visto cimentarsi dietro i fornelli all'ora di pranzo due chef ,
Pierluigi Manfroni per Citta' di Castello
e Daniele Forlucci di Sant'Angelo in Vado.
L'indiscutibile verdetto della giuria, composta da giornalisti di carta stampata e televisione e da due deputati di Pd e Pdl (Walter Verini e Franco Asciutti) unitamente ai sindaci e Presidenti delle Provincie di Perugia e Pesaro e Urbino, ha decretato un assoluto pareggio. Il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi afferma:
“Un evento che punta a promuovere il territorio e le sue peculiarita' turistiche, ambientali e gastronomiche attraverso il tartufo bianco, straordinario testimonial del comparto agroalimentare dei due territori confinanti''.
E ora i due Comuni sostenuti dagli organi istituzionali delle proprie regioni lanciano la sfida ad Alba:



“Il nostro tartufo bianco, quello dell'Alta Umbria
e dell'entroterra marchigiano al confine fra le Province di Perugia e Pesaro e Urbino - dichiara il presidente della Provincia di Perugia, al termine della contesa culinaria - non teme confronti sotto ogni profilo organolettico e gastronomico”.
E anche Renato Claudio Minardi, assessore alle attività produttive
ed enogastronomiche della Provincia di Pesaro Urbino, rilancia:
“La grande produzione di tartufo bianco pregiato dell’ Appennino Umbro-Marchigiano e la sua altissima qualità ci permettono di sfidare Alba.
La nostra è una provincia dove si può trovare il tartufo tutto l’anno ne in questo non ci sentiamo secondi a nessuno”.





“L’unione fa la forza anche in cucina - dichiarano Mirko Ceci e Settimio Bravi, sindaci di Pietralunga e Sant’Angelo in Vado, soddisfatti dopo il “contest” tra i fornelli – se Alba accetterà il confronto noi non ci tireremo certo indietro.
Il territorio compreso tra Pietralunga, Città di Castello, Gubbio e Sant’Angelo in Vado produce una quantità di tartufo bianco pregiato pari quasi all’80% della produzione nazionale”.

Un buon modo questo di unire gli intenti di piccoli comuni che promuovono attraverso questo eccezionale testimonial un intero territorio, per condividere strategie comuni di visibilità, per attrarre turismo, per valorizzare prodotti tipici.

venerdì 21 gennaio 2011

Il bosco del Cugnolo









Area floristica protetta della regione Marche
Da Torre di Palme indietro nel tempo fino a Pliocene











Con un facile quanto breve percorso di circa 2 km si attraversa il Bosco del Cugnolo, uno dei pochissimi lembi intatti di Macchia Mediterranea di tutto l'Adriatico.
Il bosco, circondato da coltivi, ha un'estensione di circa 9 ettari e prende il nome dalla contrada in cui è situato, racchiusa tra il Fosso Cupo e quello del Molinetto.
Si tratta di una forma ridotta e degradata di foresta sempreverde o macchia primaria e tale integrità permette di classificarlo appunto come "relitto" ed includerlo nelle Aree Floristiche Protette della Regione.
È contraddistinto da un clima temperato caldo in cui le scarse precipitazioni sono concentrate nel periodo invernale alternate a estati siccitose. L'adattamento a tale situazione ha determinato la ridotta dimensione delle foglie e la loro durezza per ispessimento per contenere la traspirazione, fino a trasformarsi in aghi come nei ginepri o nei pini. Viene governato a ceduo ed è composto soprattutto da querce sempreverdi, tra cui diversi esemplari secolari e curiosamente svariate specie lianose e rampicanti che in più punti lo rendono intricato e impenetrabile.
È situato su una duna fossile del Pliocene alta tra i 60 e i 110 metri il cui rilievo è costituito da sedimenti marini, soprattutto sabbie, che in più punti sono ghiaioso-ciottolose formando una resistente falesia lunga circa 450 metri, parallela al mare e distante da esso
intorno ai 400 m.
Il terreno è molto instabile e nei punti in cui la vegetazione è scarsa è soggetto a frequenti frane. Risulta inoltre poco adatto all'utilizzo agricolo perché impervio: ciò ha contribuito in maniera determinante allaconservazione del bosco. La genesi della zona deriva dall'era quaternaria (tra 1,5 e 1,8 milioni di anni fa) ed è il frutto di intensi movimenti tettonici seguiti da forti variazioni climatiche che l'hanno modellata fino alla forma attuale.

Nel conglomerato è scavata la Grotta degli Amanti che è possibile visitare a metà del percorso e che deve il suo nome alla vicenda di Antonio e alla sua fidanzata Laurina svoltasi nel 1911 durante le guerre coloniali per la conquista della Libia.

Tornato a casa per un breve licenza e innamoratissimo di Laurina, Antonio decise di non separarsi più da lei e quindi di disertare. I due trovarono riparo nella grotta nutrendosi per giorni di pane e sarde portati loro dai pescatori del luogo.
Dopo oltre una settimana i fidanzati si sentirono divorati dal rimorso e soprattutto braccati ma, piuttosto che separasi, decisero di morire saltando dai 70 metri della sottostante rupe del Fosso di San Filippo legati assieme con lo scialle di Laurina. Fu il bisnonno a ritrovare la donna morta e Antonio con gravi lesioni alle vertebre che gli permisero di sopravvivere solo qualche giorno piantonato dai militari e chiedendosi il motivo di tanta attenzione, visto che se mai fosse riuscito a guarire sarebbe stato comunque giustiziato.

Proseguendo l'escursione si arriva subito dopo alla seicentesca Villa degli Aranci, proprietà prima dei conti Adami e poi degli Azzolino.
Le due famiglie nobili la usavano soprattutto come residenza estiva ospitando anche personalità di spicco. Si sviluppa su tre piani con facciate abbellite da marcapiani e timpani che ne valorizzano il piano nobile.
Nonostante si trovi in posizione panoramica, la particolare conformazione della zona la ripara dai venti settentrionali e occidentali che nei secoli ha permesso la coltivazione di agrumi, da cui il nome.
A nord sorge una chiesina, eretta vicino al dirupo, sulla cui facciata della cappellina era posta una lapide con la data del 1648. Iniziando il giro dal paese di Torre di Palme ci si può affacciare dalla stupenda terrazza che dà sul litorale Piceno nel tratto che prende il nome di Agro Palmense arrivando a scorgere il Monte Conero.

Si può inoltre godere delle caratteristiche e fiorite viette, delle 3 chiese di un pregevole polittico di Vittore Crivelli e di una tavola del Pagani conservati in quella di Sant'Agostino.
L'area immedatamente a sud di Torre di Palme, e precisamente in prossimità della foce del torrente San Biagio, è indicata da diversi studiosi come l'ubicazione dell'antico porto romano di Fermo. L'ipotesi pare avvalorata da numerosi studi e ricerche che hanno portato a vari ritrovamenti di rovine oggi distrutte dal mare.

Guida Naturalistica Pierluigi Tomassetti

La redazione di “Gusti&Sapori” augura a tutti un felice 2011

A due anni dall’uscita della prima pubblicazione, “Gusti&Sapori” torna in distribuzione con un numero dai contenuti e dai “colori” festosi, per offrire ai lettori nuove opportunità di conoscenza delle eccellenze gastronomiche della Provincia di Fermo e, più in generale, della Regione Marche. E' stato un anno, quello che si è chiuso, durante il quale siamo cresciuti insieme a voi.
Un anno di grandi soddisfazioni condivise, grazie al vostro apprezzamento che ci ha dato, e ci da, la forza per essere ancora uno strumento di informazione e conoscenza delle specificità, non solo nell’ambito eno-gastronomico, dell'intero territorio Fermano.
Nei numeri precedenti ci siamo occupati anche delle bellezze storico e paesaggistiche del territorio: un filone che ha suscitato curiosità ed interesse e che intendiamo portare avanti.
In questo numero, proponiamo la scoperta di un percorso naturalistico nel cuore del Bosco del Cugnolo a Torre di Palme, uno dei Borghi più belli d'Italia.
Attraverso un facile quanto breve percorso di circa 2 km, si attraversa il Bosco del Cugnolo, uno dei pochissimi lembi intatti di Macchia Mediterranea di tutto l'Adriatico. Lo proponiamo grazie alla collaborazione di Pierluigi Tomassetti, Guida Naturalistica, che ha accettato volentieri di collaborare con la nostra redazione.
Sfogliando “Gusti&Sapori” troverete le attività di “Fermo Promuove”, l'Azienda Speciale della Camera di Commercio di Fermo, a sostegno delle piccole medie imprese del settore enogastronomico; il grande succeso ottenuto dalle stesse all'appuntamento meranese del “Winefestival&Gourmet”, vetrina di spessore internazionale durante la quale è stata protagonista anche la nostra rivista, apprezzata da produttori e operatori commerciali del settore.
Eccoci, quindi, giunti alla fine di un anno che, come accennato, ci ha visti protagonisti. Mi sento in obbligo pertanto di ringraziare l'editore, Gabriele Marcozzi, per il grande sforzo, anche di ordine economico, i colleghi tutti della redazione e soprattutto i lettori che hanno apprezzato la rivista.
A tutti voi un caloroso augurio di un felice, quanto foriero di successi, anno nuovo.
Il Direttore